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Sid e Nancy, l’amore tragico tra punk ed eccessi

Sid Vicious e Nancy Spungen i due estremi di una delle sid-e-nancy-poster-filmlove story più distruttive della storia del rock’n’roll.

Ogni generazione ha un mito, per le persone che hanno vissuto il ’77 quel mito (o almeno uno di quelli) è stato indubbiamente Sid Vicious, all’anagrafe John Simon Ritchie, secondo bassista dei Sex Pistols oltre che personaggio controverso e provocatorio; uno stile che porterà avanti per tutta la durata della sua breve vita fatta di eccessi e sregolatezza.

È il 12 ottobre 1978 quando il cadavere di Nancy viene trovato in una stanza del Chelsea Hotel, accanto a lei giace Sid Vicious, drogato e in stato catatonico; non si farà mai luce su questo mistero, quello che è certo è che la tragica epopea del bassista si concluderà circa un anno dopo quando morirà per un’overdose di eroina.

Nonostante tutte le critiche e le teorie postume riguardo la tormentata relazione, indubbiamente siamo davanti a due personaggi che hanno saputo plasmare e rappresentare l’immaginario di una generazione eccessiva, solitaria per certi versi, che non ha saputo integrarsi nella cosiddetta “normalità” finendo per vivere (e morire) tra eccessi e sregolatezze, quasi come sfida a quella routine così stabile e maniacalmente accettata dal mondo.
Sid e Nancy romanza un po’ quella che è la storia d’amore tra i due, il film riesce a mettere a nudo due personaggi che forse più di molti altri si sono amati realmente, una storia d’amore tormentata e autodistruttiva, ma nonostante tutto autentica.

Interessante anche la teoria costruita da Alex Cox, il regista, che (per tornare a quel concetto di romanzato di cui sopra) mette in scena questa teoria di una sorta di patto tra i due, che avrebbero progettato un doppio suicidio per ricongiungersi anche nella morte, anche se sembra che all’ultimo Sid Vicious abbia esitato infrangendo questo patto, portando questa colpa addosso per un altro anno.
La verità non è chiara, e questo film non cerca sicuramente delle risposte a questo interrogativo: Sid e Nancy mette in mostra un amore autodistruttivo, mette in mostra l’ascesa e il declino di una coppia usata come metro di giudizio di un movimento (altrettanto autodistruttivo) come il punk.
Quello che sembra un po’ eccessivo è la spettacolarità di questa storia d’amore che diventa quasi una tragedia shakespeariana, puntando tutto sull’ossessione e su questo omicidio in chiave romantica, dove Sid uccide Nancy per non farle soffrire i dolori dell’astinenza, come a sottolineare una tragicità romantica (shakespeariana appunto) che però non si cura di tutte quelle voci di contorno alla coppia e, a tratti, sembra idealizzare un po’ troppo il movimento punk.

Appena uscito nelle sale (nel nostro paese ovviamente ha avuto una distribuzione minima) il film ha destato subito parecchie critiche; quello che risolleva molto la pellicola è sicuramente la straordinaria interpretazione di Gary Oldman nei panni di Sid Vicious e quella di Chloe Webb nei panni di Nancy.
Oldman è impeccabile, si immedesima così tanto col personaggio da farsi ricoverare per l’eccessiva perdita di peso; memorabile la scena in cui si esibisce nella famosissima versione di My Way, dove è praticamente identico al bassista dei Pistols.
Chloe Webb non è da meno: psicotica, dipendente dalla droga e da Sid, riesce a regalare un’interpretazione intensa e malata assolutamente impeccabile.
A questo punto le due incredibili interpretazioni fanno salire il livello qualitativo del film che, intendiamoci, non è basso, è semplicemente un po’ troppo onirico e idealizzato, ma il mondo del cinema si sa altro non è che un filtro, attraverso il quale vediamo una porzione di realtà.

Sid e Nancy è un film a tratti imperfetto: la pellicola lascia sullo sfondo personaggi fondamentali trattati con poco riguardo, uno tra tutti il frontman dei Sex Pistols, Johnny Rotten, ridotto a un personaggio marginale (si vocifera tra l’altro che Andrew Schofield, l’attore che interpretava Johnny Rotten sia stato classificato al primo posto nella classifica dei 10 peggiori attori in film sul rock); ma anche gli altri membri della band vengono rappresentati come degli idioti con problemi con l’alcol (e forse è così) senza curare minimamente il loro lato umano e artistico.

In realtà i Sex Pistols furono una truffa, The Great Rock’n’Roll Swindle, come diranno loro stessi, ma furono un truffa ben congegnata e decisamente riuscita; per averne le prove basta prendere in esempio l’ultimo concerto della band nel lontano 1978 quando il buon Rotten col suo solito ghigno urlerà al microfono: “A-ha-ha! Avete mai avuto la sensazione di essere stati imbrogliati?! Buonanotte“, chiudendo così la breve carriera della band e dando inizio al vortice autodistruttivo che ha portato a Sid e Nancy.

Rappresentare un’epoca importante come gli anni ’70 è una bella responsabilità: mettere in scena un decennio di cambiamenti radicali dove le persone furono costrette a svegliarsi dal sogno di Woodstock per sbattere la faccia su questa nuova realtà fatta di speculazioni, di potere e di perdita dei valori; poi, rappresentare il tutto dovendo usare questi personaggi malandati, esempio calzante dei valori marci e in così rapida decomposizione da non durare più di due anni (Nevermind The Bollocks, il primo disco dei Sex Pistols, è del 1977, mentre la morte di Vicious risale al ’79); siamo seri è un’impresa titanica che oltretutto deve passare i rigidi standard del grande schermo.

Alex Cox ha messo in scena un teatrino onirico, fatto di un certo numero di sentimenti e non più: Sid e Nancy, l’amore volgare, autodistruttivo e marcio, l’emblema decadente degli anni ’70 che, tutto sommato, raffigura pur sempre l’amore, il melenso collante che tiene in piedi buona parte della storia del cinema, e che quindi può far presa sul pubblico; congetture a parte, cosa ci si poteva aspettare dalla storia d’amore tra due tossici reduci dalle controverse esperienze del punk?

Sid e Nancy è un film che bisogna guardare con la coscienza di guardare, appunto, un film; qui non ci sono i Sex Pistols, non c’è il disagio e la negazione, non c’è il punk (qualsiasi cosa voglia dire) qui c’è soltanto una storia in rapida decomposizione, che come il latte aperto e lasciato in frigo comincia il suo inesorabile cammino verso il secchio della spazzatura, fregandosene se i cereali, invece, sono a lunga conservazione.

In sintesi: cercate un film o documentario dove si parla del punk, dei Sex Pistols o di Sid Vicious? Ripiegate rapidamente su Sex Pistols Oscenità e Fuorore oppure su The Great Rock’n’Roll Swindle.
Se invece volete vedere un film che a tratti mantiene anche delle buone idee e che, comunque, rappresenta una versione onirica della realtà (esattamente come dovrebbe essere il cinema), romanzando una storia vera, allora Sid e Nancy è il film che fa per voi.