Braccialetto elettronico per detenuti, ecco come funziona

Il braccialetto elettronico per detenuti è stato introdotto con l’art. 275 bis comma 1 del Codice di Procedura Penale. Si tratta di una forma di controllo applicabile ai detenuti che vengono ritenuti non pericolosi e ai quali è riconosciuto il regime degli arresti domiciliari.

Con il Decreto Legge n. 92 del 28 Giugno 2014 e con la successiva legge n. 47 del 2015 sono state introdotte nel nostro ordinamento molteplici novità per quel che concerne la custodia cautelare e il braccialetto elettronico. Questo spesso viene anche definito come manette elettroniche. Ma come funziona questo dispositivo e perché è stato introdotto nel nostro ordinamento?

Come funziona il braccialetto elettronico

A differenza di quello che si possa immaginare, il braccialetto elettronico è un device che viene fatto indossare intorno alla caviglia del detenuto. Questo, poi, viene collegato a una centralina che viene posizionata all’interno dell’abitazione del detenuto, a sua volta connessa e controllata dalle forze dell’ordine.

Come detto, si tratta di uno strumento che viene indossato da chi ha ottenuto di scontare parte della propria pena non in carcere, bensì al proprio domicilio. In poche parole, il detenuto agli arresti domiciliari dovrà indossare questo braccialetto elettronico per essere controllato 24 ore su 24 dalle forze dell’ordine che lo hanno in custodia.

Se il detenuto si allontana oltre un certo limite, il braccialetto emetterà un segnale di avviso per le forze dell’ordine, allertandole. In questo caso, verrà inviata una volante direttamente al domicilio del detenuto in modo tale da controllare se questo si sia effettivamente allontanato o meno.

Si tratta di una misura che è stata presa per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri e per cercare, al contempo, di avere un controllo quanto più stringente possibile sui detenuti agli arresti domiciliari.

Negli ultimi anni in particolar modo, le carceri troppo affollate hanno dato vita a una serie di problemi che era inevitabile risolvere in qualche modo. Del resto urge ricordare che quando si tratta di detenuti ritenuti non pericolosi o a rischio di recidiva, si tende a preferire una soluzione come quella degli arresti domiciliari, considerando il carcere come un’ipotesi più remota. Lo stesso discorso, invece, non si fa per quelli che vengono ritenuti pericolosi o che si sono macchiati di reati gravi. In questo caso la permanenza in carcere, anche con un regime duro come il 41 bis, è doverosa.

Limiti del braccialetto elettronico

Si discute spesso di quelli che sono i limiti del braccialetto elettronico dato che si tratta pur sempre di un device che può essere soggetto a guasti e manomissioni. Un aspetto molto delicato, che va preso in considerazione e sul quale si deve fare una riflessione.

Quanto si spende ogni giorno per ogni singolo braccialetto elettronico? Per ogni singolo braccialetto che viene fatto indossare ai detenuti in regime di arresti domiciliari si spende una cifra pari a 115 euro al giorno. Sebbene possa sembrare una cifra molto importante, si deve ricordare che si tratta pur sempre della metà di quella che, invece, si deve spendere per mantenere un detenuto in carcere, considerando vitto e alloggio.

Questa cifra, di per sé abbastanza esosa, comprende anche gli interventi di manutenzione del device che di certo non sono rari, poiché si tratta di dispositivi elettronici che, quindi, possono rompersi o avere delle defaillance.

 

Possiamo dire che, oltre a una serie di utili vantaggi da prendere in considerazione, ci sono anche gli aspetti negativi del braccialetto elettronico che non possono di certo essere ignorati. Proprio per il loro essere potenzialmente fallaci, il soggetto sottoposto alla misura cautelativa potrebbe tentare la fuga più facilmente o potrebbe pensare di manomettere il device per provare a scappare e far ritardare l’allarme che allerta le forze dell’ordine.

Non sono i soli limiti del dispositivo in questione. Questi apparecchi sono difficili da reperire in Italia. Possiamo dire che, al momento, nel nostro paese ne sono stati acquistati circa 2000. Questi braccialetti elettronici, tutti i proprietà di Telecom, sono ancora molto pochi se si pensa al numero di detenuti sottoposti a regime cautelare che potrebbero indossare il dispositivo ed essere trasferiti agli arresti domiciliari.

Purtroppo, anche a causa della burocrazia, richiedere e ottenere un braccialetto elettronico per un detenuto porta via molto tempo. Non solo. Saranno anche necessarie una serie di manovre preliminari e si dovranno prendere in considerazione diversi aspetti. Quali? Nello specifico, si dovrà verificare che nella casa del detenuto ci sia la rete telefonica e quest’ultimo deve accettare di indossare il braccialetto.

Si tratta, quindi, di una buona idea soprattutto se si pensa a quelle che potrebbero essere le soluzioni da prendere in considerazione per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri, ma che richiede di essere perfezionata ancora molto. Siamo lontani dal poter fare affidamento su questo tipo di device, ma in futuro magari le cose potrebbero cambiare.