Diritto di recesso nei negozi: è possibile fare cambio merce dopo l’acquisto?

Iniziamo dicendo che non esiste una legge che permette al cliente di effettuare cambio merce o di restituire il “bene” senza motivo dopo l’acquisto. Parlando in generale, pertanto, si può affermare che il consumatore non può pretendere un cambio prodotto, soprattutto se questo è privo di difetti e se mancano vere motivazioni di base. La legge stabilisce, infatti, che una volta “stipulato il contratto”, ovvero concluso l’acquisto con il pagamento, tale negozio giuridico non può sciogliersi e qualsiasi decisione in merito è lasciata alla discrezionalità del negoziante. Quindi, se le motivazioni del consumatore sono di ordine “personale” (ha sbagliato la taglia, il colore o il destinatario di un regalo e per qualsiasi motivo non gli piace), per legge non c’è diritto a cambiare la merce!

La normativa prevede il diritto al cambio o alla riparazione obbligatoria da parte dei commercianti solo se l’articolo è difettoso. Sia chiaro, ogni prodotto di consumo gode di una garanzia di 2 anni e il venditore ha il dovere ad adempiere gratuitamente alle proprie obbligazioni nei confronti del cliente come, ad esempio, la riparazione o la sostituzione della merce con un buono pari all’importo speso). Ovviamente deve trattarsi di un difetto “congenito” del prodotto, cioè già presente al momento della consegna.

Diritto di recesso: gli acquisti in negozio sono differenti dagli acquisti online

Il diritto di recesso per i consumatori per gli acquisti online è completamente diversa dagli acquisti in “sede”. Come ormai in molti sanno, anche grazie al boom del commercio elettronico, per gli acquisti effettuati sul web, gli acquirenti hanno un lasso di tempo per il ripensamento pari a 14 giorni dalla data di consegna del prodotto. Per gli acquisti a distanza, pertanto, è prevista la possibilità di recedere dal proprio acquisto senza alcun costo, ad esclusione delle spese di spedizione per la riconsegna del pacco delle quali il titolare del negozio potrebbe non farsi carico. Molti siti e-commerce come Amazon vantano una sezione dedicata per la restituzione del prodotto, mentre altri – -er comunicare la decisione di esercitare il diritto di recesso – chiedono al consumatore di utilizzare un modulo da inviare via email.

La garanzia sui prodotti venduti su Amazon

Ogni prodotto che Amazon vende a un acquirente “consumatore” è coperto da una garanzia legale sui prodotti di consumo che copre i difetti per 2 anni dalla data di consegna della merce.

Le garanzie legali tutelano i beni dalle incongruenze con il contratto di vendita.
Oltre alle garanzie legali che Amazon è obbligata a fornire ai consumatori, gli acquisti possono essere accompagnati da un’altra forma di garanzia (come quelle della categoria elettronica) nota come “commerciale” o “tradizionale”, fornita direttamente dal produttore, che ne determina le condizioni di applicazione e la durata. E’ chiaro che anche le promozioni su Amazon sono coperte dalle medesime garanzie.

In relazione a taluni prodotti, possono, inoltre, essere disponibili ulteriori forme di copertura assicurativa o altre forme di assistenza, a pagamento, che consentono all’acquirente di ottenere la riparazione o la sostituzione del bene in caso di suo danneggiamento. Queste coperture sono aggiuntive e non sostituiscono la garanzia legale di conformità, che opera sempre per legge.

Cosa possono fare i negozianti per evitare la restituzione massiva della merce

Le grandi aziende proprietari di grandi marchi, sanno bene che, pur non essendoci diritto di ripensamento, avere a che fare con un cliente non soddisfatto del prodotto acquistato è sempre una bega che va limitata sul nascere. Oggi questi grandi brand sono sempre più spesso affiancati da veri e propri professionisti dell’arredo negozi, agenzie che non si occupano più solo di arredare in modo gradevole un negozio, ma veri e propri esperti di marketing visivo in grado di aumentare le vendite e di ridurre i rientri o il cambio merce. I marchi che hanno affiancato queste nuove figure professionali, infatti, hanno compreso che l‘arredo di un negozio è importante come un bravo dipendente: la distribuzione della merce negli scaffali, la facilità di visione globale dei prodotti, la collocazione e la divisione dei beni divisa perfettamente per colori, taglie e tipologia, fanno sì che il cliente possa trovare più facilmente il prodotto desiderato con un notevole abbattimento dei resi o – se vogliamo rimanere sul pezzo di questo articolo – dei tentativi di resi.

Il diritto di recesso nei paesi europei

La legiferazione in Europa per i beni acquistati in negozio e per eventuali richieste di reso o di cambio merce, cambia di pochissimo di paese in paese. In tutte le nazioni della Comunità Europea, infatti, si fa distinzione legale tra recesso immotivato e garanzia. In Germania, ad esempio, il recepimento della Direttiva 1999/44/CE è regolato dalle norme inserite nel Codice Civile (Bürgerliches Gesetzbuch – BGB). Anche in Germania la risoluzione del contratto può essere chiesta dal consumatore solo quando il prodotto presenta un “vizio” di una certa importanza. In Svezia, invece, si considera “vizio” anche la mancata corrispondenza del prodotto alle caratteristiche edulcorate dagli spot televisivi o dei giornali. Se nella pubblicità le informazioni risultassero fuorvianti, l’acquirente potrebbe richiedere la restituzione del denaro. Allo stesso tempo, sempre in Svezia, non sussiste “vizio legalmente rilevante” qualora il venditore riuscisse a dimostrare di essere estraneo ai messaggi fuorvianti della pubblicità.