Intossicazione da sostanze tossiche: buone pratiche di primo soccorso

Facciamo le corna ma situazioni come queste potrebbero succedere e sempre meglio trovarsi preparati per poter se non salvarsi la vita, o salvarla a qualcun altro, almeno fare di tutto per prestare il massimo soccorso fino all’arrivo di personale debitamente qualificato. Sebbene succeda comunque con una certa rarità le possibilità di avvelenamento sono davvero moltissime, specialmente in quei contesti lavorativi e non in cui si è necessariamente esposti con frequenza a sostanze potenzialmente dannose. Basti pensare ai moltissimi settori industriali, da quello farmaceutico a quello edile, da quello pneumatico a quello alimentare, dove per un motivo o per un altro, vengono utilizzato sostanze tossiche. Nonostante le modalità di messa in sicurezza che devono essere obbligatoriamente messe in atto dall’azienda, come ad esempio i la produzione di filtri Copor, il personale dovrà essere specificatamente formato sulle modalità di prevenzione di rischio e di comportamento nel caso in cui il rischio si concretizzi.

In questa rapida guida, alcune pratiche e accortezze da mettere in atto nel caso in cui ci trovassimo a dover fare i conti con un avvelenamento.

Avvelenamento: come fare assistenza mentre si aspettano i soccorsi

Un distinguo iniziale va fatto sulla natura della sostanza avvelenante. Ponendo il caso che si tratti di un liquido sarà necessario capire se si tratta di corrosivo o meno. Il distinguo potrà essere fatto abbastanza facilmente dalla presenza di irritazioni sulle labbra e all’interno della bocca.

Nel caso in cui lo fosse, allora non bisogna mai indurre al vomito, in quanto la sostanza corrosiva, tornando in alto verso l’apparato digerente, avrà tutto il tempo necessario per attaccare gli organi interni incrementando i danni già apportati precedentemente.

Molto più raccomandato è invece cercare di diluire al massimo il composto, facendo bere alla vita più acqua possibile o meglio ancora sostanze in grado di contrastare l’acidità dello stomaco, come ad esempio il latte.

È importante specificare che questo non è assolutamente da ritenersi sufficiente, ma è un “tampone” per temporeggiare. In questi casi purtroppo non esistono rimedi naturali sufficienti, ma quello che si può fare è cercare di limitare i danni, mentre si aspetta che arrivino i soccorsi. Queste pratiche infatti hanno il solo risultato di rallentare, ma non sono mai sufficienti per un’eliminazione completa del rischio.

Nel caso in cui invece la sostanza tossica assunta non sia irritante, allora è consigliabile cercare di fare espellere la sostanza tramite vomito, e al più presto. La quantità di sostanza espulsa non sarà così assorbita e l’impatto complessivo sarà minore. Attenzione però, è altamente sconsigliato cercare di indurre il vomito in chi abbia convulsioni. In questo caso la possibilità di soffocamento è davvero alta, se non sicura.

È importantissimo specificare che entrambe le pratiche vanno intese e svolte come tampone. Infatti in questi casi è sempre necessario ricercare l’intervento di personale specializzato, chiamando un’ambulanza, un medico, accorrendo al pronto soccorso o in uno dei centri antiveleni presenti nella maggior parte delle città italiane.

Ricapitolando in step:

  • Contattare i soccorsi
  • Aiutate la persona a distendersi in posizione di sicurezza, soprattutto nel caso in cui abbia perso i sensi

Nel caso di sostanza corrosiva NON indurre il vomito, ma cercate di diluire la sostanza ingerita con più acqua possibile o con latte. Sciacquate labbra e bocca e zone circostanti con acqua pulita.