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Come abituare un neonato a dormire da solo nel lettino

Abituare un bimbo a far la nanna nel proprio lettino non è molto semplice ma è fondamentale che questo passo venga fatto quanto prima, seguendo qualche piccolo consiglio per rendere tutto più facile.

In quest’articolo vi forniremo alcuni consigli e best practices per abituare più facilmente i propri bimbi neonati a dormire autonomamente nei propri lettini.

Abitua il tuo bambino a dormire da solo fin dai primi mesi

Il contatto con i genitori aiuta i piccoli a rilassarsi più facilmente e, quindi, anche ad addormentarsi.

L’ideale sarebbe però cercare di far dormire il bambino da solo a partire dai primi mesi di vita, per far sì che i genitori possano mantenere i propri spazi e la propria intimità.

Scegliere di far dormire da solo un bimbo dall’inizio aiuta anche a far sì che egli cresca più sicuro e patisca meno la cosiddetta “ansia da distacco o separazione” (quest’ultima non va assolutamente confusa con la paura della solitudine che si sviluppa negli adulti).

Per i neonati andare a dormire è un vero e proprio momento di separazione che porta tanta paura nel non ritrovare i propri genitori al risveglio.

La separazione dai genitori viene vissuta spesso come qualcosa di negativo ed è frequentemente accompagnata da grida e pianti.

In tal caso puoi ricorrere a lettini e culle particolari, come quelle che ti spieghiamo nel prossimo paragrafo.

Aiutati con le culle “fianco letto

Più tempo passa e più diventa difficile far abituare il neonato a stare nel proprio lettino da solo per dormire.

Per far sì che il processo vada per il verso giusto è essenziale che i genitori siano entrambi fermi e decisi senza cadere in sensi di colpa se sentono piangere disperatamente il bambino o se non riesce a dormire.

I primi mesi di vita può essere difficile mettere il bambino in un’altra stanza, ma si può optare per una culla next-to-me o fianco-letto, ossia particolari culle da affiancare al letto matrimoniale.

In questo modo i genitori avranno il proprio spazio nel quale dormire ed il piccolo potrà stare accanto a loro senza cadere nella paura da separazione.

Dopo qualche tempo si può iniziare a trasferire il bambino in una culla vera e propria e spostare tutto in quella che sarà la cameretta definitiva. Questo passaggio va effettuato possibilmente prima che il bambino possa camminare.

Sull’importanza che le culle fianco letto hanno nel facilitare un sano sviluppo del sonno nei bambini, ne parlando diversi siti e portali specializzati.

In tal senso, vi suggeriamo la lettura di maggiori approfondimenti su Giochiprimainfanzia.it, che spiegano nel dettaglio tutte le dinamiche inerenti il rapporto tra culle next to me e sonno nei bambini.

Sii paziente ed attua una routine

L’approccio più gettonato per insegnare al bambino l’abitudine di dormire da solo richiede pazienza e un pò di fermezza. Gli esperti, infatti, consigliano di lasciare il piccolo nel lettino o nella culla resistendo all’impulso di correre a consolarlo anche se si sente piangere per un pò.

Secondo questa modalità, se i piccoli prendono l’abitudine di venire coccolati per addormentarsi difficilmente impareranno a stare soli prima della nanna e questo vuol dire che, anche durante la notte qualora si svegliassero, avrebbero sempre bisogno di un genitore per riprendere sonno nuovamente.

Il pianto è una sorta di effetto collaterale, un “allenamento” per imparare a dormire da soli e, quindi, il bimbo va lasciato sostanzialmente sfogare.

A livello pratico, però, può aiutare mettere il bimbo nel lettino quando ci si accorge che sta per addormentarsi ma non ha ancora preso sonno del tutto.

Qualora iniziasse a piangere occorre aspettare circa 3 minuti prima di andare a prenderlo o consolarlo restando nella stanza del piccolo non oltre 2 minuti, tenendo le luci spente e parlando a bassa voce ma senza prendere in braccio, uscendo nuovamente anche se il bimbo non dorme e piange ancora.

Successivamente si ripete questo passaggio dopo 5 minuti e poi, dalla terza volta in poi, dopo 10 minuti.

Tale schema va applicato anche se il bambino dovesse svegliarsi dopo essersi addormentato.

Nelle notti seguenti si aumentano i minuti di attesa tra la messa in culla e l’ingresso del genitore a rassicurare. In questo modo nell’arco di una settimana circa il bimbo imparerà a dormire da solo.

Consigli alternativi

Altre teorie vanno da tutt’altra parte, affermando che i bimbi che stanno imparando a fare la nanna soli non vanno lasciati piangere ma devono essere consolati per creare un rituale che favorisca il riposo più tranquillo.

Bisogna avere orari regolari, evitando di tenere svegli i bambini a lungo con la speranza di “sfinirli” e farli addormentare, perché si rischia l’effetto opposto.

I cambi di ritmi devono avvenire gradualmente e la zona notte dei piccoli deve essere confortevole e va realizzata seguendo le necessità del bimbo.

Se non ama il buio totale si può mettere qualche lucina che dia sicurezza oppure utilizzare delle musiche o dei suoni rilassanti per favorire la nanna.

I genitori, secondo questa teoria, devono andare a consolare il bambino se si sveglia e non riesce a riaddormentarsi, ma al tempo stesso devono anche imparare a distinguere il “vero” pianto dal capriccio.

Conclusioni

Non esiste di certo un metodo migliore dell’altro ma tutto va sostanzialmente “calibrato” sul bambino, a seconda anche del carattere e di eventuali esperienze che sta facendo.

Non esiste nemmeno un’età standard nella quale iniziare il passaggio nel lettino da soli, anche se pure qui vige la regola “prima è meglio è“. Un altro consiglio utile è di far imparare al bimbo una cosa alla volta.

Se sta iniziando ad usare il vasino, ad esempio, è bene concentrarsi su quello ed evitare di “caricarlo” con un’altra abitudine nuova da apprendere.

Bisogna agire con calma e pazienza cercando sempre di usare toni e linguaggi positivi ed incoraggianti affinché il momento della nanna non si trasformi in qualcosa di teso e negativo.