sindrome-quervain

Sindrome di de Quervain: cos’è, come gestirla e come richiedere all’INAIL il riconoscimento

Come tutti sappiamo, esistono malattie croniche che si possono aggravare a causa della mansione lavorativa che si svolge. Una di queste è la sindrome di de Quervain, un’infiammazione cronica dei tendini del pollice.

Quali sono i sintomi della sindrome di de Quervain? Esistono possibilità di cura efficaci? Può essere riconosciuta come malattia professionale? E quali sono i passaggi per effettuare la procedura?

I sintomi della sindrome di de Quervain

Il primo sintomo che si presenta è sempre il dolore. Coinvolge generalmente la faccia esterna del pollice e si aggrava quando la mano viene usata per stringere, afferrare, svitare o sollevare un oggetto. In alcuni casi è presente anche gonfiore, che coinvolge sia il pollice che il polso. Se la malattia non viene diagnosticata e curata, a lungo andare la funzionalità e la mobilità del pollice possono compromettersi.

Se il paziente presenta anche formicolio o insensibilità, oltre a dolore e ridotta mobilità, è più probabile che il medico vagli altri ipotesi, come la sindrome del tunnel carpale.

La diagnosi

La sindrome di de Quervain viene diagnosticata con l’anamnesi e i testi diagnostici.

Il medico porrà una serie di domande per individuare l’origine del problema. Alcune delle più frequenti sono:

  • Da quanto tempo è presente dolore? È intermittente o continuo? Si aggrava in specifiche circostanze?
  • Che lavoro svolge? Spesso chi soffre di questa malattia fa lavori che richiedono un certo sforzo dei tendini del polso: cucire, tessere, usare spesso computer o mouse, disegnare.
  • Ha altre patologie ossee o muscolari? Tendiniti o malattie reumatiche possono presentarsi anche sotto forma di sindrome di de Quervain.

Passerà dunque ad eseguire una radiografia del polso (per escludere fratture o altre patologie) e un’ecografia, che permette di visualizzare in modo più chiaro posizione, funzionalità e stato dei tendini e dei muscoli. Viene anche eseguita la manovra di Finkelstein: se la posizione imposta dal test causa dolore, è molto probabile che la causa sia proprio questa malattia.

 Le possibili terapie

La prima terapia che viene sempre tentata è la riduzione delle cause che scatenano il dolore: il riposo della mano e del pollice è fondamentale per alleviare l’infiammazione. Impacchi di ghiaccio e antidolorifici o antinfiammatori possono contribuire a ridurre il dolore e il fastidio.

Viene generalmente consigliata anche una terapia occupazionale: rinforzando i muscoli che circondano i tendini e l’articolazione è possibile evitare un eccessivo coinvolgimento e quindi il dolore. A volte la sindrome di de Quervain può essere causata da una cattiva postura dell’articolazione: un fisioterapista può insegnare esercizi che correggono il movimento e lo rendono meno doloroso.

Se ciò non dovesse essere sufficiente è possibile tentare iniezioni di anestetico e steroidi nel tendine. La somministrazione non deve essere troppo frequente e prolungata perchè questi farmaci possono scatenare una fibrosi, cioè un ulteriore irrigidimento del tendine e dei muscoli.

Di solito la chirurgia non viene utilizzata, se non in casi gravissimi e che non hanno risposto a nessuna delle altre alternative meno invasive. L’intervento è piuttosto breve (circa 30 minuti) ma richiede l’uso di un gesso e un tutore rigido per i primi giorni. Successivamente è necessario un protocollo di fisioterapia per recuperare la piena mobilità e funzionalità.

La sindrome di de Quervain è una malattia professionale?

È anzitutto utile distinguere tra le malattie professionali e le malattie correlate all’impiego.

La malattia professionale ha una causa che collega direttamente la condizione e il lavoro svolto; in alternativa, è causata da un pericolo intrinseco all’attività svolta (per esempio, l’asbestosi è una malattia che si sviluppa in chi lavora e smaltisce l’amianto senza adeguate protezioni).

La malattia correlata al lavoro si può presentare anche in chi non svolge quella professione, ma più spesso è aggravata dall’impiego svolto, dalla sua frequenza, durata, dallo sforzo richiesto.

Esistono parametri molto specifici che chiariscono se la patologia è stata causata da una predisposizione personale, dal lavoro o dagli hobby che si svolgono nel tempo libero. Dopo la diagnosi, effettuata da un medico del lavoro, è necessario presentare al datore di lavoro, entro 15 giorni dalla diagnosi, la documentazione ricevuta e gli esiti delle analisi effettuate. Se si supera questo limite temporale, INAIL non può avviare la procedura di riconoscimento della sindrome di de Quervain come malattia professionale o correlata (o co-correlata) al lavoro. Il datore di lavoro comunicherà ad INAIL entro 5 giorni dalla ricezione della documentazione il caso. Se dovesse tardare, il lavoratore può presentare denuncia all’ente in modo diretto.

A seconda della gravità del caso, del tipo di mansione svolta, dalla presenza o meno in azienda del lavoratore e dal suo tipo di contratto verranno svolte le dovute verifiche (sono state prese precauzioni per evitare l’insorgenza della malattia?, altri colleghi soffrono dello stesso disturbo?, è possibile ridurre il carico di lavoro per evitare l’aggravarsi del problema?) e INAIL si occuperà di indennizzare la cifra necessaria al lavoratore.