Cosa abbiamo imparato #Restandoacasa
Essere costretti a fare qualcosa non è mai piacevole, nemmeno se l’imposizione è dettata dal Governo per tentare di ridurre il numero di contagi di una malattia che può uccidere noi o i nostri cari. La situazione di emergenza ha costretto tutti a compiere sforzi e sacrifici superiori al solito (pensiamo in primis al personale medico, che ha lavorato ininterrottamente restando esposto al rischio di ammalarsi), eppure bisogna ammettere che l’esperienza dello stare a casa, se da un lato ci ha confinato in uno stato simile agli arresti domiciliari, ci ha depresso e ha costretto molti di noi ad affrontare una quotidianità completamente diversa da quella cui erano abituati, dall’altro ci ha offerto un’occasione unica per trovare il tempo di riflettere su di noi e concentrarci sulle cose davvero importanti nella nostra vita.
Insomma, non possiamo negare che, al netto delle difficoltà, lo stare a casa ci ha anche arricchito. Ecco alcuni esempi.
L’esercito dei nuovi chef
Uno degli effetti più immediati del blocco imposto dal Governo è stato l’arrivederci alle serate fuori a cena tra amici o parenti. Con bar, pizzerie e ristoranti chiusi al pubblico, infatti, chi era abituato a mangiar fuori anche solo una o due volte la settimana è stato costretto a rinunciarvi.
E se per gli abitanti delle grandi città pranzi e cene cucinati da chef e pizzaioli sono rimasti sempre a disposizione sotto forma di servizio a domicilio (fatto salvo il tempo tecnico necessario ad alcune attività per organizzarsi al meglio), per chi vive nelle zone di campagna o comunque al di fuori del raggio d’azione delle consegne, non c’è stata altra scelta se non quella di provare a fare da sé.
Così per molti italiani è nata l’idea di preparare in casa non solo i dolci, ma addirittura la pasta, il pane e la pizza, un po’ per far fronte all’impossibilità di fare la spesa tutti i giorni (evitando controlli, file e soprattutto il rischio di non trovare il prodotto che si era usciti a comprare) e un po’ per “ammazzare il tempo” e in molti casi per coinvolgere attivamente anche i bambini.
Risultato? Un successo senza precedenti, che in pochi giorni ha trasformato tantissime mogli e mamme (e persino qualche marito o papà) in un esercito di massaie più o meno improvvisate che ha preso d’assalto i supermercati razziando ogni confezione di lievito, farina e uova che c’era in giro, per poi impastarle con grande entusiasmo sulla loro spianatoia nuova di zecca, difficile da reperire al supermercato e quindi ordinata online su siti specializzati come Spianatoia.it.
Il mito della casa-palestra
Ma gli ingredienti per fare il pane, così come le spianatoie, non sono stati certo gli unici prodotti ad andare a ruba, perché online sono diventati praticamente introvabili, o comunque disponibili solo dopo un tempo di attesa di molto superiore alla norma, anche dispositivi, vestiti ed accessori per lo sport. Un esempio? I pantaloni e i tappetini da yoga, i cui acquisti di massa, sull’onda della necessità e dell’entusiasmo di fare attività fisica in casa, hanno accompagnato milioni di download di app per fare esercizi in casa.
Certo, per molte persone la palestra in casa ha seguito l’inevitabile cammino della palestra fuori casa, vissuto con tanta buona volontà iniziale finita chissà dove col passare dei giorni, ma per altri il lockdown ha rappresentato un’occasione per riscoprire o scoprire ex novo l’importanza di concentrarsi sul proprio benessere fisico, svolgendo esercizi quotidianamente e persino approfittando del nuovo ritmo di vita per approntare una dieta più salutare.
Piacere, tecnologia online
Per moltissime persone il blocco è stata la prima vera occasione di incontro con la tecnologia, specie quella offerta dai servizi online.
Che fosse per cercare le dosi esatte di una ricetta, per intrattenersi davanti a una serie tv, per tenersi aggiornato sulla situazione coronavirus o più semplicemente per comunicare con amici e parenti rimasti fisicamente lontani ed irraggiungibili per via dei decreti, il vero nuovo amico per tutti noi è stato Internet, che molti hanno avuto il piacere di conoscere per la prima volta, affrontando con buona volontà i tutorial e le indicazioni telefoniche dei loro contatti più esperti allo scopo di riuscire ad utilizzare con successo alcune funzioni che sono passate dall’essere sconosciute a diventare di vitale importanza nel giro di appena pochi giorni.
Apprezzare le piccole cose
Più in generale, restare a casa ci ha insegnato ad apprezzare le piccole cose a cui prima non avevamo tempo di fare caso, del tutto assorbiti come eravamo dal seguire i ritmi frenetici del lavoro, delle partite di calcio, delle uscite mondane, etc. Per questo vedere la gioia dei nostri concittadini cantare e ballare sui balconi di casa è stato così emozionante, e per questo abbiamo apprezzato ogni istante della breve sortita fuori di casa per fare la spesa o gettare l’immondizia.
Una volta che siamo stati costretti a rinunciare a tante distrazioni, il tempo coi nostri figli, coi nostri genitori e con i nostri nonni è diventato molto più importante, anche al netto delle inevitabili tensioni nate dalle lunghe giornate costretti assieme sotto lo stesso tetto. Scommettiamo che sono stati in pochi quelli che si sono scordati di fare gli auguri ad amici e parenti da quando è iniziata la fase 1?
Purtroppo la strada per riconquistare la libertà che avevamo prima è ancora lontana (ammesso che la vita possa tornare in tutto e per tutto a come la ricordavamo), ma in attesa che la situazione migliori, che arrivi il vaccino e il virus non sia più così pericoloso, sarà proprio dalle piccole cose che dovremo ripartire, dimostrando che i sacrifici fatti non sono stati vani e di aver imparato tutto quello che c’era da imparare da essi.