
Scopriamo quali sono le cause e le conseguenze dell’alitosi
Comunemente nota come “alito cattivo”, essa è una condizione multifattoriale che può compromettere la qualità della vita e le relazioni interpersonali. Oltre all’aspetto sociale, il disturbo può essere indicativo di alterazioni fisiologiche o patologiche del cavo orale e dell’apparato digerente. Vediamo insieme quali sono le cause e le conseguenze dirette.
Che cos’è l’alitosi e quali sono le possibili conseguenze di questo disturbo
Il cattivo odore del fiato è una condizione caratterizzata dalla presenza di una esalazione sgradevole e persistente dell’aria espirata, dovuto principalmente alla produzione di composti volatili solforati (VSCs) quali l’idrogeno solforato, il metilmercaptano e il dimetilsolfuro.
Queste sostanze sono generate dall’attività metabolica di batteri anaerobi gram-negativi, localizzati prevalentemente nella zona posteriore della lingua, nelle tasche parodontali e in altre aree di ristagno orale.
Le conseguenze dell’alitosi vanno ben oltre il disagio estetico o sociale. L’alterazione del microbiota orale può, nel tempo, favorire processi infiammatori cronici, aumentare la produzione di placca e compromettere la salute dei tessuti di sostegno del dente. Inoltre, una delle conseguenze potrebbe essere la formazione della carie, come spiega il Dott. Michele Inzaghi di Smile Care srl, sottolineando come l’alitosi possa rappresentare un segnale precoce di alterazioni metaboliche o batteriche non ancora manifestate clinicamente.
Dal punto di vista clinico, si distinguono due principali tipologie di alitosi:
- intraorale (di origine orale);
- extraorale (correlata a patologie sistemiche).
La forma intraorale è la più comune e spesso associata a una scarsa igiene, gengiviti, parodontiti o accumulo di residui alimentari sulla superficie linguale.
Le cause dell’alitosi
Le cause delle cattive esalazioni possono essere numerose e comprendono fattori locali e sistemici. Nella maggior parte dei casi, il problema origina nel cavo orale, dove l’ambiente caldo-umido favorisce la proliferazione batterica.
Le cause intraorali comprendono:
- scarsa igiene orale: l’accumulo di placca e residui alimentari tra i denti e sulla lingua costituisce il principale substrato per la produzione di composti solforati;
- patologie parodontali: gengiviti e parodontiti determinano processi infiammatori e formazione di tasche gengivali, habitat ideali per i batteri anaerobi;
- ridotta salivazione (xerostomia): la saliva ha un effetto detergente e antibatterico e, una sua carenza, favorisce l’odore sgradevole;
- protesi o apparecchi non correttamente igienizzati: le superfici porose possono trattenere batteri e residui organici;
- carie: la degradazione dei tessuti dentali e la presenza di infezioni endodontiche contribuiscono alla formazione di odori intensi.
Altri disturbi fisici che provocano l’alito cattivo
Le componenti extraorali potrebbero riguardare:
- disturbi gastrointestinali: reflusso gastroesofageo, gastrite e infezioni da Helicobacter pylori possono causare emissione di gas maleodoranti;
- patologie respiratorie: sinusiti croniche, tonsilliti e infezioni bronchiali possono generare alitosi secondaria;
- alterazioni metaboliche sistemiche: condizioni quali il diabete mellito (odore di acetone) o l’insufficienza renale (odore ammoniacale) possono modificare la composizione dell’aria espirata;
- diete iperproteiche o digiuno prolungato: la produzione di corpi chetonici o la decomposizione di aminoacidi solforati determina un odore persistente e pungente.
È importante che la diagnosi differenziale venga effettuata da un odontoiatra o da un igienista dentale esperto, eventualmente in collaborazione con altri specialisti, per identificare la causa primaria e definire un piano terapeutico appropriato.
Fonti e note bibliografiche:
- istitutodellalito.it/biblioteca-medica-alitosi/cause-dellalitosi-o-alito-cattivo/cause-sistemiche-nutrizione-e-abitudini/
- sidp.it/media-download/takfzi3.pdf
Disclaimer: Le frasi qui riportate non hanno valore diagnostico né terapeutico.